“Fenice Ante Fata Resurgo” sarà prorogata per il mese di settembre

Arvin golrokh's solo show

La mostra di Arvin Golrokh “Fenice Ante Fata Resurgo” sarà prorogata fino a settembre e continuerà a essere esposta alla Primo Marella Gallery di Lugano (“Exhibition Space 2”).

 

- In merito all'artista:
Arvin Golrokh (Teheran, 1992) è un artista iraniano che vive tra Teheran e Torino (Italia), dove ha studiato all'Accademia di Belle Arti dal 2012. Il suo ultimo campo di ricerca riguarda il confronto tra le esperienze in patria e quelle più recenti nel mondo occidentale. L'attenzione principale è rivolta a come e in che direzione la società e il governo cercano di controllare e influenzare la visione delle persone.
Tenendo conto di questa considerazione, afferma l'importanza di mantenere un punto di vista chiaro e indipendente sul mondo e sulla vita. In quest'ottica, le esperienze della sua famiglia e il suo passato a Teheran hanno fornito diversi strumenti per comprendere e analizzare le dinamiche di controllo. Golrokh si concentra in particolare su alcune questioni che considera essenziali. La prima è l'immagine utilizzata come strumento di propaganda per suggerire all'immagine collettiva una visione influenzata e condizionante. Tale visione a volte esalta ed enfatizza le caratteristiche positive o coinvolgenti o confortanti dell'attuale organizzazione sociale, ma in altre occasioni occulta e nasconde completamente gli aspetti più incoerenti e contraddittori.

 

Fenice, Ante Fata Resurgo, si propone di esplorare il simbolismo della fenice, tra oscurità e speranza. Le opere in mostra raffigurano un paesaggio apocalittico avvolto dalle tenebre, in cui l'oppressione e le difficoltà sembrano spegnere ogni barlume di luce. Eppure, da questo scenario desolante emerge l'istinto di sopravvivenza umana, come una ferita aperta nel cuore delle tenebre. Così come la fenice risorge dalle sue ceneri, questi dipinti incarnano la possibilità di rinascita, una rinascita che germoglia proprio dall'abisso della disperazione. L'attuale stato di degrado, segno distintivo del nostro tempo, è reso visibile in queste opere e invita lo spettatore a una presa di coscienza critica. Questo processo diventa un appello a riconoscere gli inganni e le giustificazioni della società contemporanea. È una riflessione che trascende la dimensione estetica e raggiunge un livello filosofico più profondo.

 

Settembre 2, 2024
di 72