Il lavoro presentato dal giovane artista Julien Creuzet (Parigi, 1986), dal titolo Attila cataract your source at the feet of the green peaks will end up in the great sea blue abyss we drowned in the tidal tears of the moon (“Attila cataratta la tua sorgente ai piedi delle verdi vette, finirà nel grande abisso blu del mare in cui siamo annegati nella marea di lacrime di luna”) è fortemente influenzato dalle questioni e dalle tematiche proposte dal titolo dell’esposizione “Stranieri Ovunque”, curata da Adriano Pedrosa.
Si tratta di un’installazione immersiva, i cui temi fondamentali sono il dialogo e l’ospitalità. Particolari fonti di ispirazione per Creuzet sono i Caraibi, specialmente Martinica, dove è cresciuto, e l’intreccio delle culture europea, africana e indiana.
I curatori sono Céline Kopp, direttrice del Magasin, il Centro nazionale per l’Arte Contemporanea a Grenoble, e Cindy Sissokho, curatrice, produttrice culturale e scrittrice.
____________________
Marie Claire Messouma Manlanbien rappresenterà la Costa d’Avorio alla Biennale di Venezia.
Il titolo dell’esposizione, The Blue Note, rimanda quella capacità che gli africani hanno avuto, nonostante la lontananza dalla patria, a trasformare la disperazione, la frustrazione e la perdita della “lingua madre” in un atto di resilienza.
Con “blue note” si intende proprio ciò che ha permesso il racconto di qualcosa di ancora ignoto agli occidentali: la solitudine, la fatica ma anche la speranza.
“E’ la nota che ha permesso agli africani di sopravvivere e vivere” (The Blue Note, La Biennale di Venezia).
Il curatore del padiglione è Simon Njami.
Gli espositori: Jems Koko Bi, François Xavier Gbré, Sadikou Oukpedjo, Franck Abd-Bakar Fanny, Marie Claire Messouma Manlanbien