MYANMAR - COLPO DI STATO
Il 2022 è stato un anno difficile per gli artisti del Myanmar. Dopo aver cercato di resistere strenuamente al colpo di Stato militare avvenuto il 1° febbraio 2021 e alla successiva repressione del governo nei confronti dei cittadini, molti artisti si sono visti costretti a lasciare il Paese, tra i quali anche la coppia di artisti Nge Lay e Aung Ko.
La pratica multimediale di Nge Lay esplora il genere, il tempo e la memoria sullo sfondo socio-politico del Myanmar, spesso coinvolgendo le comunità locali. Invece i dipinti, le performance e le installazioni di Aung Ko riflettono sulla vita di villaggio, la geografia, la storia e i costumi del suo popolo. Sono rimasti a Yangon il più a lungo possibile, partecipando attivamente alle proteste, fino a quando, qualche mese fa, sono dovuti fuggire per proteggere la figlia e se stessi. Portando avanti la loro battaglia per la libertà attraverso l'arte all'estero, hanno approfondito la situazione nel Paese prima di partire per la residenza al Museo d'Arte Contemporanea Val-de-Marne (MAC VAL), fuori Parigi, dove la loro mostra "Mémoires" è stata esposta fino alla fine di dicembre.
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Aung Ko, per la sua recente mostra "Io sono Ko Shwe" (9/23-10/28) alla Primo Marella Gallery di Lugano, ha scelto il colore oro per creare le sue statue. Cosa rappresenta?
AK La frase "Terra d'oro del Myanmar" era spesso presente nella propaganda prodotta dal governo militare dopo il 1988. La si sente alla radio ogni mattina e se si presta attenzione è la stessa frase che si può leggere nel cartello di benvenuti una volta atterrati all'aeroporto internazionale di Yangon. Tutti noi la odiamo. Così, dal 2010, ho iniziato a creare queste sculture dorate come riferimento ironico a questo slogan. Inoltre, i cittadini del Myanmar all'estero si rivolgono l'uno all'altro chiamandosi "Ko Shwe", che significa "Signor Oro", come un modo per riconoscersi e riconoscere il proprio valore interiore, anche quando facciamo, ad esempio, lavori molto poco retribuiti.
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- Estratto dall'articolo di Naima Morelli