Solo show: Abdoulaye Konaté

Comunicato stampa

"Il messaggio finale per me è l'appello alla tolleranza. Per incoraggiare gli uomini ad accettare e capire l'altro. Questa è l'unica soluzione possibile ai problemi della nostra società"

 

Primo Marella è onorato di accogliere negli spazi della galleria uno dei più influenti ed importanti artisti del continente africano: Abdoulaye Konaté - alla sua seconda mostra personale a Milano, segno di una felice e proficua collaborazione.

Nato nel 1953, Abdoulaye Konaté ha ricevuto la sua formazione artistica quale pittore presso l’Istituto Nazionale delle Arti di Bamako. Trasferitosi poi a Cuba (1978-1985), Abdoulaye si è confrontato con l’artista Wilfredo Lam, il quale in maniera brillante gli chiese: "Why are you coming here to show me what you have done in Cuba, when you have everything you need at home? (Perché vieni qui per farmi vedere che cosa hai fatto quando sai di avere tutto il necessario a casa?)". Al suo ritorno in Mali, Abdoulaye accoglie il suggerimento: abbandona la pittura adottando il textile di cotone come suo mezzo espressivo.

Tale scelta linguistica, infatti, è accompagnata da un impegno attivo per la conoscenza e il know-how endogeno: le strisce di cotone, tessute e ricamate, diventano il suo marchio di fabbrica. La ricerca si estende successivamente anche alle tinture e ai colori: se, da un lato, Konatè sviluppa ulteriormente la tradizione autoctona del cotone, dall’altro lo utilizza non a scopo decorativo bensì come ossatura simbolica e concettuale della sua ricerca. Questa caratteristica può essere interpretata come un impegno che l’artista mantiene per recuperare non solo la propria memoria ma anche la tradizione del proprio paese, combinando la tradizione artigianale con il mondo politico.

Proclamandosi interessato alle relazioni sociali, intese sia all’interno di una società che di un nucleo famigliare, Abdoulaye reinterpreta temi politici e/o di forte impatto sociale, quali, solo per citarne alcuni, il conflitto arabo-israeliano, la piaga delle mine antiuomo, il genocidio in Ruanda, la questione dei diritti umani. Nel corso del tempo, poi, l’artista si è interessato anche al tema dell'ambiente e della deforestazione.

In virtù di questo suo grande impegno sociale, nel 2008 Abdoulaye è stato segnalato per il premio “Artes Mundi”, una menzione d’onore per artisti particolarmente sensibili a tematiche sociali.

A proposito della sua ricerca artistica, Konaté afferma:

 

"[…] Nella mia arte coesistono due linee di pensiero ben precise: da un lato vi è il versante puramente estetico, influenzato dalla natura e dalla tradizione culturale del Mali - il mio paese - e che determina i colori e i materiali delle mie opere. Dall’altro lato vi è un versante più spirituale, che nasce dalla volontà di indagare e descrivere attraverso le mie opere la sofferenza umana, riscontrabile nelle relazioni fra Stati, nella politica, nell’ambiente, all’interno della società e della famiglia stessa".

 

In mostra a Milano anche due opere ambiziose e monumentali: Pouvoir et Religion (2011) e Gris Gris Blanc avec Personnage(2013).

Pouvoir et Religion è stato commissionato dalla celebre istituzione culturale INIVA (Institute of International Visual Arts) per l'ampia finestra di Rivington Place, Londra. INIVA propone un focus verso linguaggi artistici al di fuori dei canoni occidentali. L'opera Pouvoir et Religion è stata poi esposta al Museo d'Arte di Norrköping, storico capoluogo tessile della Svezia. In questa grande opera in tessuto si affiancano centinaia di strisce di cotone disposte su sette metri di lunghezza. Grazie alla loro disposizione, tali strisce creano una certa tridimensionalità ed un effetto "piumato" che sottende un riferimento al piumaggio del pavone - animale intriso di forte simbolismo nell'Africa sub-sahariana. Nell'opera si distinguono tre sezioni ove figurano una corona, una croce e una mezzaluna. Con tale disposizione grafica, Abdoulaye esplora la posizione del cristianesimo e dell'Islam all'interno della vita politica e culturale.

Nell'opera Gris Gris Blanc (avec Personnage), Abdoulaye utilizza il cotone in un modo originale. Il tessuto bianco mostra la ripetizione ritmica di Gris Gris (amuleti) che ricordano i piccoli amuleti cuciti sulla tunica dei cacciatori Bamana per scongiurare il male e il pericolo. Tale confraternita é particolarmente cara a Konaté in virtù della loro ricchezza spirituale e culturale. Nelle abitudini dei cacciatori, i Gris Gris spesso contengono piante medicinali o addirittura terreno per fornire protezione; nell'opera invece essi vengono lasciati vuoti e sono simbolo del rapporto fra il mondo fisico ed il mondo spirituale. Infatti, come gli amuleti danno potere al cacciatore, così qui conferiscono potere all'opera. Nel 1994 Abdoulaye aveva già realizzato l'opera “Tributo ai cacciatori Mande”, nella quale rendeva il primo omaggio ai cacciatori Bamana attraverso l'utilizzo dei loro indumenti decorati con conchiglie, pezzetti di legno, osso ed altri materiali. Nella successiva opera Gris Gris Blanc (avec Personnage) la mancanza di colore ricorda la formazione pittorica - di matrice astratta - di Abdoulaye e nel contempo accresce ulteriormente il simbolismo degli elementi. L'elemento tridimensionale è un chiaro riferimento al cacciatore con mantello, associando al patrimonio del Mali un valore intellettuale e associativo.

Come suggerisce Tessa Jackson: "Is the artist reminding us, in our fast moving technologically orientated world, that art is a vital site for necessary spiritual reflection and enquiry? In mocking up a figure as part of Gris Gris Blanc (avec Personage),he seems to suggest that we must keep alive our spiritual heritage as well as our physical heritage (Verrebbe da chiedersi se l'artista ci stia ricordando che in un mondo che si muove così in fretta, l'arte sia un elemento fondamentale per la nostra dimensione spirituale. Nel fatto di travestire un manichino quale parte di Gris Gris Blanc egli ci suggerisce che dobbiamo prenderci cura della dimensione spirituale e di quella fisica)".

Foto esposizione
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