la Luce Prima: Gianfranco Zappettini
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Comunicato stampa
Primo Marella Gallery è lieta di presentare la Luce Prima, un progetto speciale creato da Gianfranco Zappettini per lo spazio milanese. Un’installazione inedita, che ha per protagonista le reti sovrapposte, si fonde con alcuni pezzi storici degli anni Settanta, in cui il pensiero dell’artista sul linguaggio della pittura si fa affilato ed estremo.
In oltre 40 anni di attività artistica, Zappettini ha contribuito a rifondare la disciplina pittorica e a dare una lettura nuova e alta del processo di lavoro. Nato a Genova nel 1939, allievo dell’architetto Konrad Wachsmann, viaggia a lungo in Europa per ricercare quelle consonanze nel suo lavoro basato sull’astrazione analitica. In seguito, approfondirà la valenza simbolica del metodo del pittore e dei diversi elementi a sua disposizione.
In questi anni più recenti, con la serie La trama e l’ordito, il pittore italiano ha scandagliato il significato ancestrale della prassi pittorica, in cui la superficie ritorna a essere quello che era in origine, uno spazio “opaco” (per dirla con Douglas Crimp), che non riflette altri mondi - esteriori o interiori - e rimanda a nient’altro che a sé stesso. Il simbolismo della tessitura, che ha riscontri anche nella storia della famiglia dell’artista, mette sullo stesso livello la creazione della tela, o di un dipinto, o anche di un testo scritto - come la parola textus sembra esplicitare.
Nella mostra pensata per Primo Marella Gallery - spiega Alberto Rigoni nel testo in catalogo - per la prima volta Zappettini propone esclusivamente le reti, svincolate dal telaio e sospese in una spettacolare installazione come superfici impalpabili che attirano lo spettatore al proprio interno: un movimento di avvicinamento in uno spazio, eppure di fronte si hanno pur sempre oggetti di pittura. Lo stesso dicasi per le opere storiche, che raccolgono questa suggestione e accompagnano il visitatore alla ricerca teorica e pratica degli anni Settanta.
E poi - o meglio, prima - c’è la Luce. Con un lavoro unico e mai esposto in precedenza, Gianfranco Zappettini alza ancora di più il livello del suo discorso. Un quadro dipinto à la Zappettini di questi anni porta nel suo seno una luce di Wood, dal colore indefinito e indefinibile, presente eppure inafferrabile, che interferisce con tutte le altre superfici nei dintorni - specie quelle di colore bianco. Il titolo del lavoro, la Luce Prima, resta in bilico tra due interpretazioni, che a ben pensare non sono poi così lontane tra loro: la Luce viene prima di tutto ed è al centro di tutto, e al contempo è una Luce primordiale, invisibile agli occhi ma comunque percepibile.
Quadri monocromi bianchi, tele sovrapposte in cui l’unico segno è una sottile linea di grafite, una riflessione sul gesto e sul pensiero del pittore, reti sintetiche che invitano lo spettatore ad avvicinarsi, e una luce quasi nera, impossibile da afferrare - elementi diversi e lontani tra loro, che però ruotano attorno a un perno centrale che è la firma di 40 anni di pittura di Gianfranco Zappettini: la pittura come strumento di una conoscenza più profonda.
Foto esposizione