Marco Mazzucconi - Promenade: Marco Mazzucconi
Primo Marella Gallery è lieta di presentare Promenade, un progetto specificatamente creato da Marco Mazzucconi per lo spazio milanese. Un’installazione inedita, della serie dei But and If ci attende all’ingresso contrapponendosi al nuovo ciclo di opere: Essere non qui
Promenade. in francese passeggiata, passeggio, lungomare. Inserito nella frenesia della moderna quotidianetà, rimanda ad una condizione di fugace piacere, ad un desiderio di astrazione e momentaneo isolamento, ad una necessità di ri-connessione con se stessi in relazione a ciò che ci circonda. In altre parole, ad una una ri-scoperta dell’essere non esclusivamente relazionato al luogo e non più semplicisticamente limitato e vincolato al tempo.
L’idea che emerge è quella di una rinascita, di una nuova epifania, ma soprattutto del recupero di una personale consapevolezza intellettuale ed emotiva che combacia perfettamente con una necessità di continuità di pensiero. A quel flusso di idee, intuitivo ed ironico, leggero e disinvolto ma soffocato, abbandonato e ripreso, a tratti sopraffatto, se vogliamo, dal quotidiano affaticamento, ma che continua pericolosamente e spericolatamente a manifestarsi come caratteristica prima dell’ essere e dell’esistere.
“Si può smettere di manifestare il proprio pensiero, ma non di pensare, soprattutto se questa attitudine è stata ben coltivata prima dell’interruzione. Marco Mazzucconi ne è un esempio. Brillante inventore di forme per circa un decennio a partire dal 1985, promessa riconosciuta e quasi osannata della giovane arte italiana, per quasi vent’anni è rimasto in silenzio”[1].
Si ripresenta con una serie di lavori nuovi, anzi nuovissimi, che testimoniano e si presentano come il prodotto concreto di un pensiero che ha continuato a elaborare forme ed idee anche in questi anni silenziosi.
Mazzucconi e pochi altri della sua generazione, costituiscono il prototipo dell’artista globale, che in fondo ha cancellato la storia per adottare la geografia, ha abdicato alla pretesa utopica della verità, irrealizzabile, in favore di un “mi piace”.
[1] Marco Meneguzzo, Dunque, Dicevamo…