Instinct of great survivors: Troy Makaza

Comunicato stampa
TROY MAKAZA - INSTINCT OF GREAT SURVIVORS
 
Troy Makaza è un giovane artista dello Zimbabwe, nato ad Harare nel 1994. A soli 28 anni, Makaza ­­ha già una carriera internazionale al suo attivo. 
Makaza si è laureato alla National Gallery School of Art and Design di Harare, dove ha studiato pittura e scultura, ed ha avuto come mentori artisti di grande livello come Wycliffe Mundopa, Moffat Takadiwa e Gresham Tapiwa Nyaude. 
Durante gli anni da studente ha iniziato a sviluppare un suo peculiare linguaggio visuale, dove scultura e pittura, astratto e figurativo, si mescolano in un nuovo e innovativo idioma.
Attraverso la sperimentazione, Makaza ha inventato silicone infuso con inchiostro e vernice, che è in grado di modellare, dipingere, tessere e scolpire permettendogli così di utilizzare un medium totalmente innovativo, che porta a nuove forme, strutture e texture
 
Le opere surreali di Troy Makaza abitano uno spazio intermedio tra pittura e scultura, creando una ragnatela filiforme. Il suo è un ampio esame delle relazioni fluide e in continuo flusso nello Zimbabwe contemporaneo che unisce potenti metafore di spazi sociali e intimi, dove i valori tradizionali e gli atteggiamenti liberali non sono più assicurati.
 
Il mezzo è intimamente connesso al mio lavoro a diversi livelli. Innanzitutto, combina un mezzo artistico tradizionale con uno nuovo. Questo è qualcosa che sono davvero consapevole di fare come artista contemporaneo dello Zimbabwe, unendo la tradizione con la pratica contemporanea. In secondo luogo, questo mezzo mi permette di muovermi tra scultura e pittura e di sconvolgere le categorie stabilite da persone che non siamo noi, quindi in un certo senso sono io a far valere il mio diritto come artista a determinare come vengo visto e non permettermi o il mio contenuto da classificare. La mia materia è ugualmente fluida in movimento tra astrazione e figurazione perché nessuna delle due categorie è in realtà pura e la formalità di queste definizioni non ha senso per me.”
- Troy Makaza
 
 
Nei suoi lavori recenti, Troy riflette attentamente sugli eventi catastrofici del novembre 2017 (e oltre), che ha visto la fine dei 37 anni di governo di Robert Mugabe e l'interazione tra i militari e la protesta pacifica del popolo nel determinare il cambiamento.
Sebbene astratte, le sue opere riprendono e fondono i colori delle divise militari e quelli dell'abbigliamento quotidiano come meditazioni su cosa significasse e cosa significherà per lo Zimbabwe futuro.
In tutte le opere di Makaza ritroviamo una connessione fortissima alla sua terra, alle sue origini, a ciò che sta succedendo oggi o a ciò che è avvenuto nel passato.
 
Nella mostra “Instinct of great survivors”, Meaning, responsibility and contentment è l’opera dal fascino più figurativo, suddivisa in tre strati, tre piani, tre livelli.
È una serie che esamina una relazione e attraverso un elemento narrativo svela i livelli della società in cui le persone possono muoversi.
Ogni livello può descrivere una situazione diversa: uno è significato, uno è responsabilità e l'altro è appagamento.
Al primo piano troviamo l'aurea di una tavolata, deserta, quattro posti a sedere vuoti e un bicchiere, un banchetto spettrale con una danzatrice che si muove quasi nel vuoto, proiettando la sua ombra sul pavimento.
Al secondo livello, le colonne di un tempio sembrano apparire sullo sfondo di una boscaglia.
In alto l’appagamento, troviamo i colori dipinti come medaglie militari e la bandiera dello Zimbabwe. Tutto rimane aggrovigliato: grovigli di emozioni, fili e nodi che si accatastano uno sull’altro a formare una rappresentazione che oscilla tra figurativo e astratto.
 
Dreams of a soft landing è ispirato alla fiaba della principessa sul pisello. Ci sono materassi e coperte a strati per il comfort e ogni motivo è tratto dagli ordini, dalle decorazioni e dalle medaglie date alla maggior parte delle truppe dell'esercito che hanno partecipato alla Rhodesian Bush War
e ad altre guerre combattute dopo il 1980 a cui ha partecipato lo ZNA (Zimbabwe National Army). Queste guerre sono state descritte come iniziative che avrebbero giovato a tutti i cittadini dello Zimbabwe, ma solo pochi ne hanno tratto profitto”. 
-Troy Makaza
 
Queste opere influenzate dalla favola della Principessa sul pisello scritta da Hans Christian Andersen ci danno la possibilità di una doppia lettura attraverso i loro infiniti strati di false medaglie e speranze.
Falsi riconoscimenti, decorazioni e onori a magnificare un atto che non porterà alcun reale beneficio alla gente comune. Dove nessuno riesce a concepire fino in fondo la durezza di quel pisello nascosto sotto le coltri. Solo la principessa, che in questo caso può essere vista come l'artista, sta provando con questo lavoro a svelare la verità.
O, al contrario, in una lettura più ovvia, solamente pochi potevano ottenere il diritto di guadagnare qualcosa dalle guerre. Pochi sono stati riconosciuti come "principesse" e hanno ottenuto il vero potere e i benefici sotto questi infiniti strati di medaglie colorate che coprivano una verità più cruda e difficile.
 
L’opera dal titolo Bhuru rinoonekwa nemavanga richiama un proverbio shona che, come spiega Makaza, si traduce in "un vero toro si vede dalle sue cicatrici”.
Osservandola, l’opera ci appare quasi come una mappa, una cartografia, sul lato destro compaiono numeri 14 117 e due lettere, ZW, codice dello Zimbabwe, incise su silicone bianco, quasi come fosse una pietra miliare che scandisce la via e il chilometro a cui sono approdati i giovani dello Zimbabwe.
Qui Makaza, riprendendo questo proverbio, denuncia una situazione molto difficile nell'odierno Zimbabwe, dove molti giovani si dedicano al consumo di droga a causa dell'alto tasso di disoccupazione e solo per “ammazzare il tempo”.
Questi numeri stanno a dimostrare la straziante verità di un consumo o meglio di un abuso di sostanze stupefacenti. Il centro di questa mappatura è infatti ricolmo di capsule, le nuove cicatrici della sua terra, che nella parte più esterna rimane ancora di un colore rosso sangue e riflette, nella sua interezza, una paura del malessere o della morte che si cerca di superare assumendo pillole.
 
Delusions of decisions è una serie di due lavori.
In una, la figura astratta appare quasi come una testa di elefante. Quella stessa ombra che ritroviamo nella bandiera della Infantry Brigade, li su sfondo rosso, simbolo di potere, forza, gigante animale che rispecchia l’anzianità, la saggezza. Eppure il titolo dell’opera è Deliri di decisioni: che significa la scelta, la difficoltà che esiste, anche nell’apparenza della saggezza. 
Qui c’è il delirio e la difficoltà nella perdita del controllo razionale, l’intensificarsi della passione o l’esaltazione della fantasia.
Questa figura, già difficile da riconoscere, appare ancora più distorta nella seconda opera, la trama si allunga, l’intreccio non riesce a più a sostenere completamente una forma comprensibile. 
Intrecci e accrocchi esterni, creano questa sensazione di tensione e stiramento, sfilacciamento, come qualcosa di usurato che stia per rompersi. 
Nel continuo movimento e ondeggiamento tra pittura e scultura, nelle opere di Makaza c’è un continuo tentativo di riconnettere e rattoppare ciò che si sta lasciando andare o rompendo.
É un continuo movimento avanti e indietro. Un’attitudine di rottura e riconnessione, poli opposti della genesi nella sua produzione.
 
Per la creazione di Instinct of great survivors, infine, Makaza richiama alla memoria le equazioni tratte dal suo libro di matematica dei primi anni di scuola elementare. Da essi estrae solamente le equazioni con risultati sbagliati, ricordandosi come allora avessero senso, come, nella sua caparbietà di bambino, quando gli fosse data una sfida, essa veniva accolta a braccia aperte cercando sempre una soluzione, giusta o sbagliata che fosse. 
Questo modo di agire lo ricollega al detto “una persona dello Zimbabwe trova sempre un modo di sopravvivere in Zimbabwe.”
Foto esposizione
Opere