Unfolding infinity: Gusti Udiantara

  • Panoramica

    GUSTI UDIANTARA  

    UNFOLDING INFINITY 

     

    PRIMO MARELLA GALLERY LUGANO

     

    Primo Marella Gallery Lugano è lieta di presentare la mostra personale di Gusti Udiantara, "Unfolding Infinity", che inaugurerà giovedì, 14 Novembre, alle 16:00.

     

    La tradizione balinese e l’optical art indonesiana si incontrano nella mostra “Unfolding Infinity”, che intende presentare un'immersione nell'opera di I Gusti Ngurah Tantin Udiantara, meglio conosciuto come Gusti Udiantara, artista indonesiano nato nel 1976 a Tampaksiring, Bali e formatosi all'Indonesian Institute of Art (ISI) di Yogyakarta, centro culturale dell’arte contemporanea indonesiana.

     

    Udiantara è uno degli esponenti più innovativi dell’optical art indonesiana, un movimento che, pur nascendo all'interno delle dinamiche internazionali dell’arte ottica, si distingue per la sua radice profonda nella cultura e nelle tradizioni indonesiane.

     

    L’optical art si afferma come una forma d'arte visiva capace di creare illusioni ottiche attraverso pattern, geometrie e colori. L'arte ottica indonesiana, e quella di Udiantara in particolare, non si limita però alla mera esplorazione visiva e all'illusione. Essa incorpora un significato che attinge alla filosofia e alle pratiche religiose locali, rendendo le opere non solo uno studio sulle percezioni ma anche una riflessione sull’infinito e sulla ciclicità della vita, e ponendosi come ponte tra tradizione e modernità, dove la cultura visiva internazionale dell’optical art si fonde con il patrimonio spirituale e filosofico balinese.

     

    L’artista, infatti, attinge fortemente dalle tradizioni locali, trasformando rituali religiosi e simbolismi culturali in una poetica personale che si esprime attraverso il linguaggio geometrico dell’optical art. In questa mostra, le opere di Udiantara invitano a perdersi in una dimensione di linee, forme e colori che sembrano estendersi all’infinito, dissolvendosi e ricostruendosi continuamente davanti ai nostri.

     

    Udiantara esplora questi concetti attraverso le sue celebri "Infinity Lines", dipinti in cui l’artista decide di concentrarsi esclusivamente sulle linee, che per lui non sono solo rappresentazioni grafiche, ma anche simboliche, profondamente radicate nella ricerca delle origini e nella connessione con gli antenati. Come l’artista stesso spiega, le linee simboleggiano il ciclo della civiltà e della cultura.

    La ripetizione e la progressione delle forme geometriche richiamano le intricate decorazioni che adornano i templi di Bali, simbolo di continuità e ciclo. Un percorso che si ripete, dunque, un flusso in cui ogni generazione trova una sorta di destino tracciato dai predecessori. “La linea è la linea che è già stata determinata,” afferma Udiantara, sottolineando come l'arte sia un medium attraverso cui esplorare ciò che è eterno e precostituito, un concetto intimamente legato alla visione balinese del mondo.

     

    L’artista descrive le sue opere come un processo meticoloso di analisi delle linee, dove ogni tratto viene attentamente studiato, colorato e sovrapposto per generare effetti visivi ipnotici e profondamente evocativi.
    Da lontano, le opere di Udiantara appaiono sfocate, quasi annebbiate, con un effetto “blurred” che simula un movimento, una vibrazione. Tuttavia, avvicinandosi, si rileva al contrario la perfezione - se non l’impeccabilità - di ogni singola linea, chiaramente definita, e in perfetta armonia con le altre, dove ogni dettaglio è reso con una precisione assoluta.

    Si tratta di un un processo molto lungo e complesso, che parte sempre da un’osservazione attenta della natura e delle tradizioni, e che poi evolve attraverso schizzi preliminari e confronti, finché l'idea non è pronta per prendere vita sulla tela.

     

    Questa ricerca di armonia, alla base dell’estetica dell’artista, si riscontra anche nei nuovi dipinti "Unlimited Triangles”, che rappresentano due dei suoi lavori più emblematici, con le loro forme piramidali che ricordano i Templi e gli edifici sacri di Bali. In queste composizioni, reti di triangoli sembrano moltiplicarsi e rimpicciolirsi all'infinito, creando un effetto ottico di profondità e movimento. Questo disegno a stratificazioni simboleggia la continua trasformazione dell’universo e il perpetuo rinnovamento della vita.

     

    Le due opere "Unperfect Circles", invece, si dedicano maggiormente allo studio e all’analisi delle sfumature del blu e dell’azzurro, del mare e del cielo indonesiano, evocando paesaggi astratti, in una sorta di dualità in bilico tra perfezione e imperfezione. La scelta di rompere la perfezione geometrica suggerisce che, al di là delle strutture rigorose, vi è sempre un elemento di spontaneità e imperfezione. Semplicità nella complessità.

     

    Infine, in "Black Space", l’artista abbandona la vivacità dei colori e delle geometrie, scegliendo un approccio più minimalista e concentrato. Queste opere esplorano il tema del vuoto e dell’infinito attraverso superfici scure spezzate solo da sottili fenditure di luce, quasi invisibili. Qui, l’artista gioca con il concetto di assenza e silenzio, lasciando che lo spazio oscuro attiri l'attenzione dello spettatore su ciò che si cela oltre il visibile, forse suggerendo una dimensione spirituale e meditativa che invita alla contemplazione.

     

    In un contesto come quello indonesiano, dove le tradizioni religiose e culturali sono parti integranti della vita quotidiana, l’arte di Udiantara si fa così messaggera di un linguaggio universale e meditativo, raccontando un viaggio nelle origini della civiltà e della cultura.
    Una riflessione sul concetto di infinito: una linea senza fine, che si ripete come un mantra visivo e che richiama l'infinità del tempo e dello spazio, temi centrali nella cosmologia e spiritualità balinesi.

  • Unfolding infinity

    Gusti Udiantara GUSTI UDIANTARA UNFOLDING INFINITY PRIMO MARELLA GALLERY LUGANO Primo Marella Gallery Lugano è lieta di presentare la mostra personale di Gusti Udiantara, 'Unfolding Infinity', che inaugurerà giovedì, 14...
  • Unfolding infinity

    Balinese tradition and Indonesian optical art come together in the exhibition “Unfolding Infinity,” which aims to present an immersion in the work of I Gusti Ngurah Tantin Udiantara, better known as Gusti Udiantara, an Indonesian artist born in 1976 in Tampaksiring, Bali and trained at the Indonesian Institute of Art (ISI) in Yogyakarta, the cultural center of Indonesian contemporary art.
     
    Udiantara is one of the most innovative exponents of Indonesian optical art, a movement that, while arising within the international dynamics of optical art, is distinguished by its deep roots in Indonesian culture and traditions.
     
    Optical art establishes itself as a visual art form capable of creating optical illusions through patterns, geometries, and colors. However, Indonesian optical art, and that of Udiantara in particular, is not limited to mere visual exploration and illusion. It incorporates a meaning that draws on local philosophy and religious practices, making the works not only a study of perceptions but also a reflection on the infinite and the cyclical nature of life, and serving as a bridge between tradition and modernity, where the international visual culture of optical art merges with Balinese spiritual and philosophical heritage.
     
    In fact, the artist draws heavily from local traditions, transforming religious rituals and cultural symbolism into a personal poetics that is expressed through the geometric language of optical art. In this exhibition, Udiantara's works invite us to lose ourselves in a dimension of lines, shapes and colors that seem to extend to infinity, continuously dissolving and rebuilding themselves before our eyes.
     
    Udiantara explores these concepts through his famous “Infinity Lines,” paintings in which the artist decides to focus exclusively on lines, which for him are not only graphic representations but also symbolic, deeply rooted in the search for origins and connection with ancestors. As the artist himself explains, the lines symbolize the cycle of civilization and culture.
    The repetition and progression of geometric shapes recall the intricate decorations that adorn the temples of Bali, a symbol of continuity and cycle. A repeating path, then, a flow in which each generation finds a kind of destiny traced by predecessors. “The line is the line that has already been determined,” says Udiantara, emphasizing how art is a medium through which to explore that which is eternal and pre-established, a concept intimately linked to the Balinese worldview.
     
    The artist describes his works as a meticulous process of line analysis, where each stroke is carefully studied, colored and superimposed to generate hypnotic and deeply evocative visual effects.
    From a distance, Udiantara's works appear blurred, almost hazy, with a “blurred” effect that simulates movement, vibration. However, getting closer, one detects on the contrary the perfection - if not the flawlessness - of every single line, clearly defined, and in perfect harmony with the others, where every detail is rendered with absolute precision.
    This is a very long and complex process, which always starts from careful observation of nature and traditions, and then evolves through preliminary sketches and comparisons, until the idea is ready to come to life on canvas.
     
    This search for harmony, the basis of the artist's aesthetic, is also found in the new “Unlimited Triangles” paintings, which represent two of his most emblematic works, with their pyramidal shapes reminiscent of the Temples and sacred buildings of Bali. In these compositions, networks of triangles seem to multiply and shrink endlessly, creating an optical effect of depth and movement. This layered design symbolizes the continuous transformation of the universe and the perpetual renewal of life.
     
    The two works “Unperfect Circles,” on the other hand, are more devoted to the study and analysis of the shades of blue and azure, of the Indonesian sea and sky, evoking abstract landscapes, in a kind of duality poised between perfection and imperfection. The choice to break geometric perfection suggests that beyond strict structures, there is always an element of spontaneity and imperfection. Simplicity in complexity. 
     
    Finally, in “Black Space,” the artist abandons the vibrancy of colors and geometries, choosing a more minimalist and concentrated approach. These works explore the theme of emptiness and infinity through dark surfaces broken only by thin, almost invisible slits of light. Here, the artist plays with the concept of absence and silence, letting the dark space draw the viewer's attention to what lies beyond the visible, perhaps suggesting a spiritual and meditative dimension that invites contemplation. 
    In a context such as Indonesia, where religious and cultural traditions are integral parts of daily life, Udiantara's art thus becomes a messenger of a universal and meditative language, recounting a journey to the origins of civilization and culture.
    A reflection on the concept of infinity: an endless line, repeating like a visual mantra and recalling the infinity of time and space, central themes in Balinese cosmology and spirituality.
     
    - Viviana Lipari
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