Godwin Champs Namuyimba Uganda, 1989
La Galleria Primo Marella è lieta di presentare la prima mostra personale del talentuoso pittore ugandese Godwin Champs Namuyimba, con anteprima giovedì 9 novembre.
La mostra è composta da una serie di dipinti che raffigurano aspetti dell'immaginazione di Namuyimba, con particolare attenzione ai gesti intimi e vulnerabili. Namuyimba trae ispirazione dalla vita di tutti i giorni, dagli amici e dalla famiglia che sono raffigurati in ambienti rilassati, circondati da simboli di domesticità e significanti culturali.
Insieme, i dipinti formano una narrazione unica, con immagini ricorrenti che fungono da specchio di una società e di un mondo che Namuyimba vuole condividere con noi.
I colori forti, luminosi e audaci e la pennellata agile dei dipinti risuonano con un'estetica molto personale. Ci riportano in un contesto molto reale, con riferimenti alla vita quotidiana, ma anche filtrati attraverso una visione fantastica distorta. Mentre narrazioni sottostanti su razza, identità, individualità e aspirazioni all'eccellenza che portano costantemente lo spettatore a mettere in discussione questioni culturali e trasformazione. Solitamente troviamo soggetti singolari o pochi, dove invece il contesto è ricco di riferimenti e di oggetti molto dettagliati che ognuno di noi utilizza nella vita quotidiana. Namuyimba ha un acuto senso di osservazione per estrarre il fantastico dal mondano e una poesia che è del tutto inconsapevole dell'umanità che le persone offrono attraverso intuizioni nei loro momenti più vulnerabili e più intimi. Quando dipinge usa distorsioni e prospettive surreali che lasciano lo spettatore perso negli spazi. Queste visioni disorientanti ci raccontano l'atto di guardare, come se fossimo lì noi stessi, guardandoci intorno, su e giù, da un lato all'altro. Namuyimba condivide questo atto di osservazione con maestri del passato come Paul Cezanne e Juan Gris, e i suoi dipinti si fondono in composizioni che ci ricordano che l'atto di osservazione non è affatto statico. Dal soggetto al contenuto, l'indagine pittorica che Namuyimba sta intraprendendo evoca pensieri sul suo posto in una narrativa in continua evoluzione che nasce dallo stato in rapido cambiamento della produzione culturale a livello globale.
Dice Namuyimba: “Utilizzo la forma umana per esplorare la costruzione dell’identità in relazione alla razza e all’individualità in un contesto africano postcoloniale. Cerco anche di criticare le rappresentazioni stereotipate dei neri, mentre esploro i conflitti e le tensioni tra le ideologie dell'afrocentrismo e dell'eurocentrismo”.
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