Godwin Champs Namuyimba Uganda, 1989

Nato a Masaka, in Uganda, nel 1989, Namuyimba ha conseguito il diploma di belle arti (BFA) presso l'Università Kyambogo di Kampala nel 2017. L'artista attribuisce alla sua formazione formale il merito di avergli offerto una piattaforma per la sua arte, ma precisa come la sua disciplina professionale sia in gran parte autodidatta. Nel 2019 Namuyimba ha tenuto la sua prima mostra personale europea alla Galleria Steinsland Berliner di Stoccolma; da allora ha esposto in tutto il mondo a New York, Los Angeles, Londra, Parigi e Bruxelles.

Godwin Champs Namuyimba è dotato di un'astuta percezione della presenza nell'estrarre il fantastico dal mondano. Le sue capacità di osservazione raccontano l'umanità che i suoi soggetti offrono attraverso l'intuizione e l'esposizione dei loro momenti più vulnerabili, intimi o farseschi. I suoi soggetti ci suggeriscono che hanno attraversato una sorta di cambiamento, ma è così discreto da farci trascurare le sottigliezze di quella trasformazione, mentre siamo in apprensione per scoprire davvero cosa quel cambiamento possa significare per noi.

Godwin Champs Namuyimba utilizza la forma umana per esplorare l'identità, la razza e l'individualità nel contesto dell'Africa post coloniale. Nella sua arte c'è un'importante attenzione per l'afrocentrismo, una concezione che ispira le sue opere, mettendo in risalto e raffigurando la figura africana in diversi momenti della vita quotidiana. L'afrocentrismo è in contrasto con l'eurocentrismo e si espande nell'afrofuturismo; queste concezioni crescono e si evolvono nel desiderio di un futuro migliore nel continente africano.

"Cerco di avvicinarmi ai soggetti da un punto di vista empatico", dice Namuyimba. "Sono interessato a ciò che accade quando il soggetto si trasforma in contenuto [...] Sono cresciuto in un'epoca di digitalizzazione, si possono guardare molte immagini via internet, via libri e cose del genere, quindi, i momenti di alimentazione della mia mente ispirano la mia arte".

È all'interno della sensazione di disagio che viene trasmessa attraverso il canale della bellezza che Namuyimba trova la poesia involontaria che costituisce la base delle sue opere. L'occhio dell'artista vaga in questi dipinti. Alcune prospettive sono vertiginosamente fuori luogo, ma queste prospettive ad hoc ci dicono di più sull'atto del vedere, come se fossimo noi stessi all'interno dei suoi quadri a guardarci intorno, in alto e in basso, da un lato all'altro, in presenza di una dimensione non convenzionale.